Santa pazienza

Stavolta io non c’entro: stavolta sono stato chiaro. Ho scritto cosa penso di chi propaganda l’astensione come mezzo strategico per far vincere le ragioni del no. E ho scritto cosa penso di chi invece si astiene per ragioni più tradizionalmente “astensionistiche”, diciamo. Quindi se continuate a sentirvi chiamati in causa e non lo siete, non è colpa mia: o avete la coda di paglia, o dovete stare più attenti

(Vedo che anche Giuliano Amato ha avuto lo stesso problema, nella sua “breve postilla per chi finge di non capire”: “ho detto nell’intervista, e lo ribadisco, che sul piano delle scelte io sono nettamente perché si vada a votare. Io lo farò e penso che dovrebbe farlo, scrivendo no, chi è favorevole alla legge com’è. Astenersi dal voto e andare a votare, quindi, non sono per me la stessa cosa. Ma se si vuole anche dire che astenersi è addirittura illegittimo, io ribadisco che così non è, non lo è mai stato e non lo si può far diventare tale in questa occasione, per squalificare chi la pensa diversamente avvalendosi di un’arma che in diritto è impropria”)

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