Il rapporto delle nostre culture con l’Alan Parsons Project è tutt’ora irrisolto. Musica troppo kitsch e barocca per essere catalogata con il grande rock degli anni Settanta e primi Ottanta, ma anche troppo contigua alle cose dei Pink Floyd per essere scartata come se fosse un’Electric Light Orchestra qualsiasi (qualsiasi un accidente: io vado matto per l’ELO, ma i critici sono sempre stati stinfi).
Insomma, basta con l’ostracismo: per un po’ Alan Parsons fu molto bravo, diciamocelo: e anche nella fase discendente fece una canzone – Eye in the sky – bellissima. Ho scoperto di recente che ne esistono due cover, addolcite. Una dell’israeliana Noa, e una più recente dell’ottima countryrocker Jonatha Brooke, che vale da sola il disco Back in the circus.
Vanity Fair, Amazon
Vecchio e saggio
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