Operazione “Un soldino per Wittgenstein”

Il titolare di blog con discreto numero di visitatori si trova da tempo di fronte a un dilemma. Cercare di approfittarne per individuare un comunque improbabile ritorno economico, e almeno dare un senso proficuo a tutto il tempo che ci dedica e alle relazioni che ne vengono? Oppure trovare comunque sconveniente anche il solo dare l’impressione che uno lo faccia per soldi – anche se quattro soldi – e ripetersi che in ogni caso il blog è la cosa più divertente che fa e quindi anche gratis continuerà a farlo per anni?

Come i fatti fino a oggi dimostrano, la seconda che ho detto.

Però mi rimane una curiosità professionale: da studioso del fenomeno e degli spericolati tentativi – da Andrew Sullivan in giù – di individuarne le possibilità commerciali, mi chiedo: cosa sarebbe di Wittgenstein, se i suoi lettori fossero invitati a contribuire al suo sostentamento? Di solito mi rispondo che succederebbero due cose: una, che rimedierebbe tra i sei e gli otto euro al mese, forse. L’altra, che quel clima di simpatica confidenza in cui ci balocchiamo ne risentirebbe gravemente.

Allora per un po’ ho pensato di proporre ai lettori di Wittgenstein di investire in un progetto no profit, per vedere cosa ne venisse fuori: che so, un monumento al blogger ignoto, o una borsa di studio per giovani stagisti a Condor. Ma non mi è venuto in mente niente di intelligente e opportuno.

In alternativa, avevo individuato su eBay un originale di Al Capp a 560 dollari e volevo proporre ai lettori di Wittgenstein di regalarlo al titolare qui, per decorare il suo studio e rendere più allegro e fertile il suo bloggare. Ma ho temuto che mi faceste una pernacchia e questo sarebbe stato oltremodo umiliante.

Quindi adesso vi propongo questo esperimento di mezzo. Come potete capire, alla base c’è più una curiosità per il suo risultato simbolico, che non un interesse pecuniario (come dimostra la modesta entità della cifra in ballo).

Il New Yorker vende tutto il suo archivio in DVD – 4109 numeri, ottant’anni del giornale – a 100 dollari. Io vi propongo di considerarlo un repertorio utile per Wittgenstein e per i suoi lettori e di contribuire all’acquisto. Naturalmente, se poi vi serve qualcosa dall’annata del ‘56 ve la passo. Se invece non arriva un soldo, me lo compro di tasca mia e non vi dico niente. Anzi, farò comunque finta che siano arrivati un sacco di soldi (per imparzialità, mi metto subito a scrivere il post in cui ringrazierò del formidabile successo dell’operazione: “in dieci giorni sono arrivati 267 euro!”).

Il modo di contribuire a questo rivoluzionario esperimento nell’editoria online e di ringraziare per quel che Wittgenstein abbia eventualmente combinato di buono – qualora lo vogliate – passa per Paypal. Basta cliccare sul disegnetto nella colonna a sinistra, “Un soldino per Wittgenstein” e poi seguire le istruzioni: contributi consigliati 5, 10 o 20 euro. O quello che volete. Se non siete registrati con Paypal – assodata la vostra arretratezza tecnologica – potete o registrarvi o lasciar perdere e pensare che tanto ci penserà qualcun altro a tenere su questa meravigliosa iniziativa. Ma se poi vedrete Wittgenstein piano piano chiudersi in se stesso ed esaurire la sua spinta propulsiva, saprete perché. Per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti.

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