Meticciato

Ho ricevuto diverse mail su un mio fugace endorsement del sistema proporzionale, che quindi spiego un po’ più diffusamente con due argomenti strettamente legati.

Io credo che molte delle cose peggiori della politica e della cultura italiana derivino da una tendenza alla contrapposizione tra ultras, tra bianco e nero, tra eccessi opposti: tendenza che il maggioritario ha moltiplicato per mille e portato alle estreme conseguenze, addirittura con l’introduzione spregiativa del termine “terzista” per definire ogni posizione che sia appena contestuale, equilibrata, relativizzante. Per il maggioritario italiano, o si sta di qua o di là, e ogni considerazione ponderata viene letta come un tradimento dello spirito del maggioritario.

E poi credo, invece, che questi tempi e questo funzionamento del mondo suggeriscano più che mai la capacità di attribuire a ogni cosa la sua scala di grigio, di valutare le scelte indipendentemente dai consolidati luoghi comuni sulla destra e la sinistra, di consentire l’espressione proficua di sfumature e punti di vista liberi e occasionali. Sono tempi – mi pare dimostrato ogni giorno – in cui le cose buone vengono da molti piccoli posti inattesi più che da poche strutture di potere consolidate.

C’è la questione della governabilità, lo so. Ma mi pare che i cinque anni passati abbiano dimostrato ampiamente che la sua priorità rispetto ad altre sia stata sovrastimata. E penso che si possa lavorare per rendere il proporzionale più gestibile (proporzionale con sbarramento al 5%, per esempio: chi è sotto, non si conta; ed eventuale apparentamento di coalizione: chi è sotto, non si conta e i suoi voti sono attribuiti alla sua coalizione). Alla fine lo stesso Berlusconi, col maggioritario e una maggioranza notevole sta passando lo stesso l’ultimo anno di governo a fare a botte con le minoranze che lo sostengono, come nei peggiori incubi dei sostenitori del bipolarismo.

Adesso non scrivetemi con profonde dissertazioni sartoriane sulla teoria dei sistemi elettorali. Penso solo che la cultura bipolarista faccia molto male al carattere e all’intelligenza degli italiani, che già dai guelfi e i ghibellini in poi vi erano piuttosto inclini

p.s. inutile dire che questo non c’entra niente con la cialtrona e patetica riforma elettorale di cui si parla in questi giorni

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