A me Antonio Pennacchi – a leggerlo, che di persona dev’essere insopportabile – sta molto simpatico. Mi piacque “Il fasciocomunista” che uscì tre anni fa, e ora mi diverto con le sue elaborazioni logiche su stalinismo, etica, corruzione degli arbitri e disordini di piazza, contenute in “L’autobus di Stalin”. Sono così articolate e approfondite che capisci che ti sta fregando, ma non ti accorgi come, e alla fine nemmeno vuoi saperlo
Vallecchi