Niente da fare

Serpeggia una certa delusione, tra i fans delle scemenze televisive. Per una settimana era sembrato che l’artefatto mondo dei reality show avesse prodotto davvero qualcosa di spontaneo e inaspettato. Era stato quando, alla prima puntata della Fattoria, un signore si era all’improvviso alzato dal suo posto tra il pubblico in studio e agitandosi come una marionetta aveva cominciato a declamare espressioni diventate immediatamente di culto nei giorni successivi: “Triccheballacche”, “fare le cammellate”, “Moggi e la Juve”, lasciando sinceramente perplessa la stessa barbara D’Urso e allontanandosi poi precipitosamente con una valigetta in mano.

Il signore, si era capito poi, intendeva protestare contro presunti intrallazzi ai danni della moglie, signora Angela Cavagna in Portento (Portento è lui: Orlando Portento), esclusa dalla Fattoria dopo appena un’ora di trasmissione.

Il signor Portento e il suo blog, rapidamente scoperto dai fans delle scemenze televisive, avevamo raggiunto una rapidissima popolarità e suscitato grandi attese.

Ma il problema anche in questi casi è la riconduzione all’alveo istituzionale delle spinte innovative e rivoluzionarie: comprendendone l’efficacia, gli autori hanno trattenuto il signor Portento anche alla puntata successiva, istruendolo a ripetere il suo show. Che è risultato stavolta prevedibile, artificiale, ridondante. Niente da fare. Serpeggia una certa delusione.

Vanity fair

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