Ho seguito le riflessioni delle scorse settimane intorno alla possibilità che Ivan Scalarotto venisse candidato con il centrosinistra alle prossime elezioni. Trovo che abbia fatto bene a non candidarsi per una semplice ragione: che l’ha deciso, e quindi ha fatto bene. È una cosa che riguardava lui, prima di tutto. E per una seconda ragione, legata alla mancanza di coraggio di chi non ha capito che offrirgli maggiori garanzie di arrivare in parlamento sarebbe stato in primo luogo un interesse di chi lo candidava: candidarsi con pochissime chances di farcela non avrebbe avuto senso, soprattutto a fronte di quel che avrebbe significato per la vita di uno che non ha apparati e sostegni per provare allo sbaraglio a fare la vita del politico.
Detto questo, ho tra le mani il suo libretto (“I Perpetui”, il Saggiatore, sei euro) che esce la settimana prossima, e benché facile facile mi pare sensazionale già la quarta di copertina: “Italia 2006: anno zero. Stiamo per votare gli stessi candidati del 1996, due settantenni”
Ognuno al suo posto
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