Editoriale

Il bello del blog è che non devi rendere conto a nessuno, quindi non articolerò a sufficienza il concetto che segue. Che è: l’Italia è spacciata. Non è un problema di governi o di politiche: è proprio come siamo fatti (si veda Michele Serra, oggi). I governi e le politiche entrano in questo ragionamento nella misura in cui si dispongono a mettere in riga le cose e le persone, a dare un’impressione che si possa essere migliori, a convincere che c’è un paese di cui essere fieri, a dare un esempio stilisticamente e intellettualmente elevato, a mostrare senso e risultati del comportarsi bene. Questo è quello che uno sperava dalla vittoria del centrosinistra: non che vincessero i buoni – che sono pochi e sparpagliati – ma che i vincitori facessero delle buone scelte. Questo non sta capitando e soprattutto non sta capitando quanto servirebbe a contrastare l’accelerazione del disastro nazionale a cui stanno partecipando e dando il peggio politici, giornalisti, giudici, ex re, conduttori televisivi, cardinali, calciatori e bloggers. L’Italia è spacciata, a meno di un colpo di stato. È che il colpo di stato ha delle seccanti controindicazioni

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