Dilettanti

Ezio Mauro, venerdì, sull’atteggiamento del Governo sul caso Telecom:

Due giorni fa “Repubblica” ha scritto che Tronchetti Provera ha sbagliato – come concessionario e come titolare della più grande impresa italiana – a non informare il Presidente del Consiglio dello scorporo tra Telecom e Tim, ovviamente a decisione presa nella piena autonomia aziendale. Oggi dobbiamo dire che il governo ha sbagliato due volte, inviando al presidente di Telecom un documento che suggerisce la separazione della rete dal gruppo telefonico, con l’intervento dello Stato: accompagnando il documento – come rivelano il “Sole 24 ore” e il “Corriere della Sera” – con la firma del consigliere di Prodi Angelo Rovati su carta intestata della segreteria particolare del Presidente del Consiglio. Non si capisce a che titolo, dopo che Prodi aveva parlato con Tronchetti Provera a Cernobbio, Rovati sia intervenuto sui piani strategici dell’azienda, prospettando con un dettaglio e una perizia da banca d’affari una soluzione straordinaria, con la partnership dello Stato. Poiché Prodi oggi dice a “Repubblica” che il piano gli era ignoto, bisogna pensare che si tratti di un’iniziativa improvvida del suo consigliere più fidato. Per concludere che il Capo del governo non può e non deve tollerare simili libertà che diventano errori davanti all’impresa, abusi rispetto alla politica, peccati di fronte al mercato: c’è il precedente di Pertini, quando un suo consigliere-amico sbagliò. Prima ancora che dirigista, la mossa è dilettantistica. E purtroppo, dilettanti al potere nelle stanze vicine ad un altro Premier, anni fa, hanno già combinato guai difficili da dimenticare, sul crinale complicato tra la sinistra di governo e il capitalismo italiano. Sarebbe bene che la politica si assumesse sempre e fino in fondo le sue responsabilità pubbliche, togliendo la parola a consiglieri privati che non sono soggetti al controllo del Parlamento: e possono tutt’al più sussurrare la loro sapienza tecnica nelle orecchie dei governanti, a cui soli toccano le decisioni e la pubblica rappresentanza dell’esecutivo. Guai a lasciar crescere un sottogoverno dei consiglieri, irresponsabile anche rispetto alla politica, che finirebbe per imprigionare lo stesso Premier in un circolo non vizioso ma certo ristretto, senza un vero confronto delle idee. Infine due consigli, naturalmente non richiesti. Prodi dica subito, con trasparenza, cosa il governo vuole fare con le reti: il mercato e anche Telecom a questo punto devono sapere. E in ogni caso, il prossimo incontro tra un grande imprenditore e un Capo di governo avvenga a Palazzo Chigi o almeno in una prefettura, dove non ci sono consiglieri ma c’è una bandiera della Repubblica”

Repubblica

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