Liberi tutti

Massimo Mantellini mi segnala l’uso indebito e illecito che Kataweb fa dei miei post, e di quelli di molti altri. Mi era già capitato di notarlo, e non avevo avuto il tempo di rifletterci. Non mi ero neanche accorto che li copiassero TUTTI. Adesso, parlandone con Massimo, ci ho riflettuto e ho ripensato al momento in cui i giornali e i gruppi editoriali cominciarono a riconvertire i contratti dei loro giornalisti per avere anche i diritti dell’uso degli articoli su internet, e le esclusive relative. A come divennero tassativi. Mi sono ricordato l’arroganza prepotente con cui i grandi come Kataweb arrivarono in ritardo sul web pretendendo di dettare le loro vecchie regole. Ho ripensato alla circospezione e al misurino con cui io incollo brani delle cose di Repubblica su Wittgenstein, chiedendomi sempre se qualcuno si seccherà anche di quei brani. E io sono il topolino, loro la montagna.

E insomma, ho pensato questo: io non voglio litigare con nessuno. Mi limito a segnalare a quelli di Kataweb una certa scorrettezza nel non avvertirmi neanche della loro iniziativa di usare sistematicamente articoli altrui su cui non hanno i diritti di riproduzione (lo farebbero con un editoriale di Giavazzi sul Corriere?), e pubblicarli nelle loro pagine affollate di banner pubblicitari. Stando alle loro regole, avrei tutto il diritto di piantargli una grana, lettere di avvocati, quelle scemenze lì. Invece propongo di sancire che il gruppo l’Espresso è per la libera e gratuita circolazione dei contenuti in rete e invitare chiunque abbia accesso pagante o gratuito all’archivio di Repubblica e famiglia di incollare senza ritegno o remora alcuna i contenuti del gruppo l’Espresso sul proprio blog o sito. Io comincio con la rubrica di Michele Serra (a differenza di Kataweb, io indicherò chi sia l’autore). E tutti contenti

Kataweb

p.s. alla luce di quanto ha scritto oggi, sarei molto curioso – lo dico senza nessuna ironia – di conoscere il parere di Vittorio Zambardino sulla questione

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