Liberi tutti di oggi

Antonio Dipollina su Moggi:

Il Ferrara di Otto e mezzo, ieri Lerner, e ancora Mentana, la Gabanelli, Vespa: l’informazione in tv è tornata a gran ritmo, ma tirare un filo unico è impresa ardua, e prendere caso per caso porta a essere poco significativi. A ben guardare, il tentativo di Mentana di viaggiare parallelo su temi che alla fine, invece, sono quelli più appetibili a un pubblico vispo rimane l’unica novità effettiva degli ultimi tempi.

Proprio in tal senso, però, la puntata-Moggi deviava pericolosamente dalla rotta. Su Moggi persiste un incredibile equivoco, facilitato da un mare di interpretazioni suggestive ma di peso scarsissimo. Per esempio che il suddetto sia un fenomeno mediatico: invece è respingente come pochi altri, fa del male a se stesso e soprattutto – è stato notato – fa perdere un sacco di tempo a chi vuole un futuro decente per il pallone. Lui tenta di buttarla in bagarre secondo una ovvia strategia, si è convinto o lo hanno convinto che l’unica strada (praticabile, ahinoi) è quella del tirare in ballo tutti, secondo una tesi che non è certo innocentista, casomai il contrario: “Malandrini è bello ed eccitante, chi comanda lo è per forza e quindi perché non noi che, nel genere, siamo i migliori?”

L’invocazione al contraddittorio è sacrosanta ma inutile. L’unico contraddittorio possibile con Moggi sarebbe mettergli di fronte un cronista di rango, di quelli “colpevolisti”, che conosca a menadito tutte le carte e sappia essere incalzante. Temiamo che in un caso simile Moggi girerebbe al largo (e comunque, perché mai dovrebbe andare a farsi mettere davvero in difficoltà?). Mentana si è giocato una sola carta, l’intercettazione in cui Moggi “ordina” le ammonizioni per un Fiorentina-Bologna, arbitrato da De Santis. Chi c’era all’altro capo del filo? De Santis o magari qualcuno che gli avrebbe riportato i desiderata? No, certo, Moggi stava evidentemente parlando con il suo parrucchiere. Costretto a rispondere, Lucianone che ha fatto? Ha sviato i sospetti (parlando in codice) sul Milan. E questa che roba è? Che senso ha in tv?

In sintesi: prima ci si convince che il fenomeno mediatico Moggi non esiste, che tutt’al più vale un Ceccherini all’Isola dei Famosi, meglio è. Per il pubblico, per Mentana, per tutti. E che tutte le giustizie facciano il loro corso, in ogni direzione.

Repubblica

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