Problemi di comunicazione

Caro Vittorio, cercherò di essere più breve di te: molte delle cose che ti rispondono le ho già dette e mi ripeterei. Forse non ci riuscirò, e mi ripeterò.

Su quello che chiami il metodo, trovo strana la tua analisi. Dalle prime parole di quello che ho scritto mi pare si legga ben altro che la passione furiosa che mi attribuisci: che la cosa di Kataweb News mi era nota da tempo (mi sto già ripetendo, vedi?), che c’era stato il precedente di Libero che pure usa i post altrui, che “non voglio litigare con nessuno”, che auguro a Massimo Russo e a tutti i suoi amici ogni bene, e che in estrema sintesi – uso il tuo linguaggio – nel momento in cui le mie obiezioni diventassero una seccatura, “non me ne po’ frega’ de meno”. Trattasi di blog, come diceva quello. Le questioni che mi incuriosiscono sono semplicemente tre: quella generale dei diritti sui contenuti in rete (in cui il caso belga di Google è molto più rilevante del nostro), quella della coerenza dei grandi gruppi editoriali e quella della sincerità e congruenza di chi si rivolge a me. Ma se c’è bisogno di scrivertelo, te lo scrivo: non mi sono “adombrato” di un bel niente. Era un post tra i dieci di quel giorno, scritto con identica moderazione (non sarà stata anche per te la gag della “cagata pazzesca”, a essere irritante, vero? Per farla, mica potevo scrivere “Kataweb News non mi convince granché”, no?). Sospetto che nella tua replica (“curva nord”, “lanciare sassi”, ma con chi ce l’hai?) ci sia un nervo scoperto erede di vecchie contese che hai avuto con qualcun altro che non sono io, ma sarebbe scorretto introdurre degli elementi di analisi psicologica in questo dibbattito.

Quindi, va’ a dare del tassista a tua sorella, stronzo! (ironia, scherzo, S-C-H-E-R-ZO. Non mi costringerai a fare le faccine con le parentesi).

Su quello che chiami il merito, non fai in tempo a chiudere l’esempio staliniano sul rispondere con argomenti che non c’entrano niente, che lo segui pari pari. Mi dici che i gruppi editoriali stanno facendo cose notevoli su internet. Mi citi persino Repubblica sul caso Telecom, come benemerenza del giornalismo tradizionale (ripeto un’ennesima volta e questo sì con perentoria certezza: la pretesa contrapposizione tra giornali e blog è una stronzata). Forse hai ragione, forse no, ma è di questo che stiamo discutendo? Fammi sapere. Io ho posto una questione puntuale. Se Zidane dà una testata a Materazzi e tutti lo sgridano, lui non può dire “però la Francia è una grande squadra che sa fare grandi cose”. Al massimo può dire “siccome la Francia è una grande squadra che sa fare grandi cose” dovete essere più indulgenti. Mi stai dicendo questo? Per me è un argomento. E lo è anche l’eventuale “hai un sacco di amici in questi edifici, sii più indulgente”. Io di solito con gli amici sono “pacato ma duro”, come dici tu: ma se tu mi dici che le sensibilità sono diverse, mi adeguo rispettosamente.

Dove mi chiedi rispetto e attenzione, perché voi “state facendo un aggregatore” eccetera, mi costringi di nuovo a ripetermi. Ho scritto: “penso sia un’idea povera e vecchia per le tecnologie di personalizzazione e aggregazione correnti ma probabilmente efficace per la gran parte degli utenti che a queste tecnologie non sono ancora aggiornati”.

Dopo di che, finalmente, in un’unica frase bastante, raggiungi l’unico punto congruo con le mie obiezioni, e scrivi: “Forse ci vorrebbe un riferimento più robusto all’autore, forse non tutto il galateo di rete è rispettato”.

Oplà.

Tu lo chiami “il galateo di rete”, io la chiamo coerenza e correttezza, ma se rileggi ciò che ho scritto nel mio primo post, sta tutto lì.

E adesso te lo riscrivo semplice e semplice, fingendo che tu sia il capo unico e onnipotente del gruppo L’Espresso:

volete mettere il mio nome come autore dei testi?

volete riprodurre solo una parte dei testi e rimandare all’originale (come fa Google News)?

volete permettermi lo stesso identico comportamento con i vostri contenuti?

e, postilla vagamente fellona: non potevate pensarci da soli in tutti questi mesi?

Rispondi a queste (te l’ho già chiesto, di nuovo), se vuoi (Russo non l’ha fatto, ma di fatto ha adeguato Kataweb news alle prime due, bravi). Oppure dimmi “parliamo d’altro”, e io parlo volentieri con te di quello che vuoi, registrando che Kataweb non intende aderire a queste regole (come ho registrato, per carità, la garbata risposta di Russo: ma potrò obiettare a ciò che contiene – e che non contiene – senza passare per “blogger insolente”?)

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro