Causa del suo mal

Diciamo che su questo governo e questa maggioranza mi sono fatto finora una brutta opinione. Diciamo che ho l’impressione che sia spesso condivisa. Ma diciamo che comunque c’è sempre – per quanto ancora? – la storia della piastrella. E che magari il mio giudizio è superficiale, ed è solo un periodo difficile: bisogna anche mettersi nei panni di.

E quindi la considerazione che segue non valga come attuale e definitiva, ma solo come conseguenza di un’ipotesi ancora da verificare.

L’ipotesi è che questo si dimostri un governo mediocre, inefficace e deludente. Il dato di partenza è invece che alcuni – troppo pochi – in Italia, hanno cercato di sostenere a suo tempo che c’era bisogno di altro, che c’era bisogno di una rivoluzione vera nelle idee, nei programmi e nei candidati del centrosinistra. A costo di perdere le elezioni. Gli è stato risposto che no, l’obiettivo era ottenere comunque una maggioranza che scalzasse il centrodestra, e a quel punto le cose sarebbero state più facili e anche migliorabili.

Bene, quello che questi giorni suggeriscono all’ipotesi è che l’eventuale fallimento di questa maggioranza si rivelerà una sciagura comunicativa ed elettorale dalle conseguenze lunghissime. I sondaggisti dicono che non hanno mai visto un credito di fiducia estinguersi così rapidamente e un capovolgimento così veloce del favore degli elettori. Se questo centrosinistra che ha vinto per un pelo fallisce, nessun centrosinistra vincerà mai più in Italia da qui al Tremila. Non sarebbe aver perso una partita, ma tutto il campionato.

Se i timori di chi disse “prima cambiamo e poi andiamo a vincere” (e cambiamo con gente moderna e che ha capito il mondo, non con babbioni alternativi raccolti per strada) si dimostrassero fondati, tutti i centrodestra che ci toccheranno nei prossimi decenni saranno colpa di chi non li ha ascoltati (la cosa imbarazzante, è che niente servirà di lezione). C’era la chance di una gallina domani, e l’avremo buttata via per un uovo oggi. Uovo che si sta rivelando non freschissimo.

Ma è solo un’ipotesi: magari da domani va meglio, no?

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