Leggiucchia

“Ci siamo. Abbiamo il Disegno di legge, non ancora la legge, ma almeno il Governo ha dovuto riunirsi e approvare un provvedimento a lungo atteso con ciò prendendo anche una posizione politicamente importante. Voglio dirlo subito: io continuo a pensare che i diritti uno ce li ha o non ce li ha, tertium non datur, e anche in caso questa legge fosse approvata così com’è molti cittadini italiani continuerebbero a non avere diritti riconosciuti ad altri concittadini tra cui quello di sposarsi (e chi mi legge sa benissimo come io la pensi sulle adozioni).

Un punto che trovo veramente odioso è questa soglia dei nove anni per accedere ai diritti di successione, o quella di tre anni per accedere a diritti ulteriori: il termine geologico di 15 anni a cui pensava Rosi Bindi è stato abbassato ad un tempo comunque incredibilmente lungo. La cosa che mi sembra veramente sostanziale quanto alla lettura del fenomeno sociale che questa legge intende regolare è che questo DDL presuppone che le coppie di fatto siano sodalizi volatili e instabili che necessitano di essere provati e sostanziati non tanto sul consenso delle parti ma sul trascorrere del tempo. Come se il legame tra due persone si basasse non su una promessa di un futuro in comune ma dalla constatazione che il tempo è passato. Che è una cosa completamente diversa. Un’interpretazione riduttiva e pure un pochino triste sul piano umano, a dirla tutta.

Franco Grillini dice che è un primo passo e ha probabilmente ragione. Se fossi in parlamento questa legge che, ribadisco, trovo comunque profondamente discriminatoria e assolutamente insufficiente, alla fine sebbene assai disturbato la voterei. Queste norme sono meglio di nessuna norma, tenere una posizione di principio e non ammettere che in Italia, per come è oggi l’Italia, questa leggiucchia è comunque una conquista sarebbe nobile ma miope. Il problema non è tanto la legge ma l’indegno modo col quale ci siamo arrivati, l’intolleranza e la discriminazione che si sono liberamente manifestate senza che nessuna voce ribadisse il principio che i cittadini di questo paese sono tutti sempre meritevoli dello stesso rispetto e della stessa dignità. Non confondiamo causa ed effetto: in un paese più aperto, meno gretto e più civile si sarebbe avuta una legge migliore.

Il problema vero non è cambiare la legge, il problema è cambiare l’Italia”


Ivan Scalfarotto

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