La festa per soli fessi che si è tenuta nei giorni scorsi sulle ossa di Sofri, quello anziano, è stata piuttosto affollata, non sorprendentemente. Una volta alcuni beneintenzionati si sarebbero messi lì a confutare ognuna delle fesserie che venivano dette: non tanto per i fessi irrecuperabili, ma per le persone ammodo che chiedessero spiegazioni. Abbiamo passato anni, così, e i beneintenzionati furono moltissimi, grazie al cielo, e a loro.
Adesso ci sono molte solide ragioni a spiegare perché la festa sia stata lasciata in mano ai fessi, ma non bastano a renderla meno odiosa. È una festa dove si dicono e scrivono cose a casaccio e con saccenza velenosa, ed è una festa di ignoranti. Si scrive che in Italia la pena avrebbe valore retributivo, si scrive che sarebbe possibile una revisione del processo, si scrivono balle storiche mille volte smentite e campate sul passaparola: le fonti delle competenze sul caso sono del livello di “mi ha detto mio cuggino”. Per ultimo, caso ridicolo e assieme simbolico, oggi il sindaco di Siderno ha nominato il nome di Sofri a proposito dello stadio cittadino. Domani un blog di Cuneo lo tirerà in ballo per una polemica sui gianduiotti. Poi sarà di nuovo il turno di quelli che sanno certe cose: ma non ce le hanno mai dette. Eccetera.
La sanno tutti lunghissima
Un’ex vita
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