Caputo mundi

Tutti quelli della mia generazione con una passione per la tv e per la musica (ovvero tutti quelli che hanno avuto un’adolescenza felice) hanno un debito nostalgico con Mister Fantasy. Che – lo dico per gli altri – era una trasmissione di RaiUno allora rivoluzionaria, dedicata al nascente mondo dei videoclip e che prendeva il nome da una canzone dei Traffic, un pallino del conduttore. Tutto era nuovo, nell’estetica e nello spaludamento televisivo di Mister Fantasy, per noialtri ragazzi di allora. E poi c’era musica che non si sentiva da nessun’altra parte.

Il conduttore era Carlo Massarini, che passata quell’era seppe accorgersi per tempo che ne nasceva un’altra e tornò in televisione con un bel programma dedicato a internet, Mediamente.

Torniamo a Mister Fantasy, che accanto alla diffusione di tutti gli anni Ottanta della musica anglosassone, promuoveva anche cose nuove italiane, quasi tutte sparite oggi dall’orizzonte. Al programma partecipava in qualità di saggio oracolo un’istituzione del giornalismo musicale italiano, Mario Luzzatto Fegiz, già istituzione allora e ancora istituzione oggi: sul sito del Corriere della Sera ha un suo forum con i lettori da cui copio senza toccare una virgola un suo odierno ricordo in terza persona di quei tempi, versione italiana dello sporco mondo del rock:

“Caputo è stato inventato da Fegiz, Giaccio e Massarini a Mister Fantasy nei primi anni 80. Conosco tutto i repertorio di Caputo e ho cercato di intervistarlo in tempi recenti. _Allora i rapporti si guastarono perchè durante uno show da noi organizzato al Rolling Stones di Milano venne alle mani col servisio d’ordine (lui era un po alterato) e gli spaccarono il setto nasale prima che io e Massarini potessimo intervenire”

Vanity Fair

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