Chiedo scusa per l’ignoranza, ma non avevo mai sentito nominare ‘sto Rivera. A leggere le cronache, oggi, ho pensato esterrefatto che Gianni Rivera avesse contestato le gerarchie pontificie. E non ho visto il concerto del primo maggio, e quindi so solo quello che leggo sui siti. Ovvero che uno ha detto una cosa in cui criticava (senza inventarsi niente) l’atteggiamento di un’istituzione assai più grande e potente di lui: l’avrà fatto bene o male, sarà suonata una stupidaggine o una cosa intelligente, ma questo era.
Poi ho letto anche questo commento a proposito (diciamo) dell’Osservatore Romano:
“E’ terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell’amore, l’amore per la vita e l’amore per l’uomo. E’ vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile”
E mi è sembrata una grossa stupidaggine, soprattutto perché è una definizione che corrisponderebbe esattamente a quello che lo stesso Osservatore e i suoi ispiratori fanno dal pulpito da secoli: “sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile”, “alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell’amore”. Da domani, bisognerebbe quindi chiamare terrorismo qualsiasi predica durante una messa che denunci e critichi il sesso prematrimoniale, o gli amori omosessuali. Eccetera.
Probabilmente la cosa più intollerabile per l’Osservatore è stato il consenso del pubblico. Se le battute di Rivera fossero state ignorate o fischiate, oggi non ci sarebbe tanto scandalo. Il che dimostra che il problema è il modo in cui ultimamente la Chiesa e le Chiese vengono vissute in questo e altri paesi. Problema che forse l’Osservatore dovrebbe porsi seriamente, se questo mio umile consiglio non è troppo “terrorismo”.
(detto questo, che la Chiesa si senta impensierita dalla battuta di un pomeriggio di uno con questa faccia, che si dice cattolico, mi pare divertente)
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