“Il Comitato dei Vecchi Saggi
Secondo il coordinatore Migliavacca nel battesimo del comitato dei 45
“è da leggersi come un segnale di apertura l’allargamento ad altri
movimenti politici che vanno oltre Ds e Dl, dalla Sbarbati a Del Turco
a Follini”. Viene da ridere se non ci fosse da mettersi in preoccupata
attesa di cos’altro ci potrà regalare questo processo finora
completamente chiuso che rischia di affossare il Partito democratico
prima che nasca.
Mentre in Francia si fanno i governi con quindici ministri, da noi non
si riesce neanche a fare un comitato di trenta, i posti lievitano a
quarantacinque e tra questi non trova spazio neanche un under 40:
venticinque milioni di italiani sono così al momento totalmente privi
di rappresentanza nel nascituro Partito Democratico.
Questo avviene mentre da giorni tutti i politici di primo piano si
sperticano in analisi sulla sfiducia che serpeggia nei confronti della
politica e sui possibili rimedi. Volendo credere alla buona volontà
di tutti, ed essendo convinti che la fondazione del nuovo partito sia
una occasione per una nuova generazione di entrare nella vita politica
italiana, interpretiamo questo organismo come una consulta di vecchi
saggi che garantiranno la democraticità e la trasparenza del processo
elettorale per la costituente del PD.
Siamo intenzionati a dare il nostro contributo, per la nostra e per le
successive generazioni, ad una politica diversa, meno distante, in
grado di operare davvero un cambiamento dell’eterna Italia dei
Gattopardi. Per questo accettiamo che un comitato di saggi garantisca
la trasparenza, e promettiamo di mobilitare tutte le forze che sapremo
per controllare la democraticità del processo, e per portare anche
l’altra metà dell’Italia – quella per il momento esclusa
Manca il nano Brontolo
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