Chi è causa del suo mal

Angelo Panebianco sulla sinistra che si è costruita Grillo:

“L’errore fu di continuare, ben oltre la conclusione dell’epoca di Mani Pulite, a blandire e a coccolare i vari portabandiera del moralismo legalitario (si pensi al cosiddetto «popolo dei fax») senza percepire che la carica antipolitica di cui quel moralismo era portatore avrebbe potuto, prima o poi, ritorcersi contro chiunque, anche contro loro stessi. L’errore fu doppio: da un lato, quello di non essersi smarcati in tempo dagli aspetti meno accettabili connessi all’attivismo giudiziario (nell’errata convinzione che i danni maggiori li avrebbero subiti, sempre e comunque, i «nemici»: prima il pentapartito e poi Berlusconi), di non avere puntato alla ricostituzione di un corretto equilibrio fra potere rappresentativo e potere giudiziario; dall’altro lato, quello di non avere usato armi culturali efficaci, di non avere messo in campo argomenti forti, ed energicamente sostenuti, per contrastare il moralismo legalitario e decontaminare dai suoi influssi la propria base elettorale.

Non si può, ad esempio, fare una campagna elettorale all’insegna della lotta contro il «regime » di Berlusconi promettendo che le leggi, tutte «infami» per definizione (con la sola eccezione, forse, della patente a punti), approvate dal regime stesso, verranno abolite, e poi pretendere, quando le prassi di governo non si accordano con le promesse, di non suscitare delusione e scandalo in coloro che avevano preso sul serio quei propositi. Non hanno torto gli adepti del moralismo legalitario quando parlano di promesse non mantenute. Anziché combatterla con rigore, la sinistra, per anni, ha ritenuto conveniente lisciare il pelo all’antipolitica nella variante italiana. Senza immaginare che un giorno le sarebbe stato presentato il conto”

Corriere della Sera

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