Con la superficialità mantenuta durante la composizione delle liste e la campagna elettorale, i quotidiani hanno sottolineato un presunto insoddisfacente risultato della lista due per Veltroni alle primarie, e dell’ambizione di portare persone nuove e più giovani dentro la Costituente.
Vi dico le cose che so io, e poi decidete se fidarvi. Come avevo già raccontato, la lista due ha visto le sue intenzioni di ospitare nomi di rinnovamento sistematicamente aggredite da pressioni di candidature di apparato che non trovavano posto altrove, e telefonate bellicose per far spazio a questo e quello. In questo, faccio un nome, Giovanna Melandri ha fatto un lavoro di resistenza spesso perdente ma ammirevole e leale nei confronti delle premesse: se nelle liste sono poi entrati dei nomi nuovi e interessanti e se alcuni di questi sono stati eletti è anche molto per merito suo. Di certo non dei suoi colleghi che hanno fatto di tutto per sistemare pezzi delle loro correnti nella tanto vituperata lista due.
Non solo: dove è riuscita a mantenere la sua identità, la lista è stata boicottata dalle strutture dei partiti, che per difendere le altre candidature ne hanno deliberatamente indebolito le possibilità, la comunicazione, le chance di farsi conoscere e riconoscere (vi trascuro gli esempi, ma ce ne sono e numerosi).
A fronte di questa situazione, la lista (di cui come vedete mi imbarazza solo il nome) ha ottenuto l’elezione di molti suoi candidati, di diversi giovani e persone nuove alla politica. Quelli dei Mille, e quelli di cui iMille si rallegrano per comunità di intenti, sono qui (solo quelli al nazionale; poi sul successo politico e umano dell’idea dei Mille, non vi annoio: se ne sono complimentati a sufficienza loro stessi). Ne è valsa la pena
iMille
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