Lo spot perfetto

C’è questo spot che circola parecchio e si fa notare, quello del gorgonzola. A giudicare dai precedenti (“hai mai provato con le pere?”), secondo il committente il mangiatore tipo di gorgonzola è un maschio arrapato e dotato di un senso dell’umorismo che non supera la categoria Natale-alle-Bahamas. Nel nuovo spot c’è una coppia elegante al ristorante: lei è una sventola mora che ordina del gorgonzola, e il cameriere commenta “ottima scelta, bella topolona”. Fine. “Ottima scelta, bella topolona” è la fulminante battuta conclusiva. Se vi sembra che non abbia senso, o che sia completamente insulsa, non è colpa del mio sbrigativo racconto: è che non ha senso, ed è completamente insulsa. Mia mamma, che è una signora moderna e di ampie vedute che apprezza la programmazione della 7, è particolarmente indignata che anche quella rete trasmetta così spesso lo spot “bella topolona”. Io, che ho avuto un’adolescenza toscana, ho cercato di spiegarle che “topolona” non ha la stessa accezione sessuale che avrebbe “topona” – è più un vezzeggiativo da ragazzi usato in sostituzione del peggio – e che quindi la pubblicità non è così volgare come dice lei: è solo bruttina. Quando poi scriviamo che la grande creatività sta più negli spot che nei programmi, ricordiamoci che per uno geniale ce ne sono nove così, in cui l’idea sta tutta in un cameriere che dice “bella topolona”. Però vedo che su internet se ne dibatte assai: ci sono i fans – appena usciti dalla proiezione di “Natale alle Bahamas” – e ci sono molti (e molte) che trovano odioso e fesso l’atteggiamento eccitato e prepotente con cui il cameriere apostrofa la ragazza, che è la vera cosa sgradevole. In effetti, senza esagerare col moralismo, un finale in cui lei lo prende per le palle e gli pianta la faccia addosso dicendogli “chiedi scusa” mentre lui balbetta “mi… scu… si… si… gno… ra…” stramazzando a terra, gli avrebbe dato un senso. A volte basta poco.

Vanity Fair

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