Pisa, laboratorio di nuove idee per il Pd

Da La Nazione di oggi:

E ORA SI CERCANO CANDIDATI “FINTI”

IN ATTO TENTATIVI PER FARE APPARIRE MENO BLINDATA LA SCELTA DI FILIPPESCHI

AAA CANDIDATI cercansi. Questa sembra essere l’ultima affannosa ricerca in partenza dalle stanze del partito democratico per tentare di rimediare la brutta figura della scelta «blindata» di Filippeschi come candidato a sindaco, dopo aver fatto credere a tutti che il prossimo primo cittadino sarebbe stato deciso attraverso le primarie aperte e di partito. Trovare qualcuno disponibile a presentare 250 firme e a correre, sia pure fittiziamente, alle prossime elezioni amministrative, potrebbe essere utile per ridare una verginità a chi è stato accusato di aver «tradito» il suo stesso «popolo». Sembra che tentativi in questa direzione siano stati fatti verso Roberto Cerreto (magari, Cerreto potrebbe essere un candidato vero: ma lo hanno “disincentivato”, nota del blogger), candidato da sempre caro ai giovani. E sembra anche che si stia cercando qualcun altro, magari una donna.

VERE O FALSE che siano queste voci, resta il fatto che via Fratti è in subbuglio, forse anche perchè tra il 24 e il 27 di gennaio sono previste le assemblee in cui verranno eletti tutti i direttivi del nuovo partito e viste le forti divisioni interne, nessuno si sente al sicuro. Primo fra tutti il segretario provinciale Ivan Ferrucci, che da quelle assemblee attende il rinnovo definitivo del suo mandato e che forse proprio per questo ha scelto il silenzio, evitando accuratamente interviste sulla vicenda-elezioni, nonostante gli siano state da noi ripetutamente chieste.

IL TRASFORMISMO che ha caratterizzato molti vertici pisani non ha tuttavia riguardato soltanto gli ex diessini. Nel giro di pochissime settimane abbiamo assistito al cambiamento di idea dell’onorevole Ermete Realacci e del vicepresidente della Regione, Federico Gelli, i quali si erano pubblicamente dichiarati per una vera possibilità di scelta con le primarie di partito e poi, senza nessuna spiegazione, hanno invece firmato il cartello per la candidatura blindata di Filippeschi. E non è mancato neanche chi, una volta appreso del ritiro (forzato) di Giuseppe Sardu, gli ha telefonato dicendo di aver firmato sì, per Filippeschi, ma senza grande convinzione.

COSI’ VANNO le cose. Purtroppo. Ora si tratta di capire che cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro. Due sono gli scenari ipotizzabili. Il primo è che la macchina del Pd lavorerà come un carro armato per la «normalizzazione» di quanto accaduto, cercando di fare finta di niente e di riallacciare i rapporti, magari distribuendo in qua e in là anche qualche piccolo premio. Il secondo scenario prevede invece la possibilità per i vertici del Pd di fare un passo indietro, chiedendo scusa alla città e chiamandola a scegliere davvero il proprio sindaco. Ma l’ipotesi è chiaramente utopistica, troppo trasparente anche per un partito che della trasparenza voleva fare la sua bandiera.


La Nazione

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