Consigli per Cloverfield

Di “Cloverfield” non si può raccontare la fine, per non rovinarlo. E non si può nemmeno raccontare l’inizio, per non rovinarlo. Vi sarà difficile, perché se ne parla molto, ma la condizione migliore per goderselo è non saperne proprio niente. Certo, vorrete almeno capire se è il vostro genere, e quindi una minima descrizione è necessaria: dirò allora che è un film col mostro che invade la città. E che è una via di mezzo tra “Godzilla” e “Blair witch project”, ma meglio di entrambi. Insomma, una baracconata americana d’azione che si giudica in base a questo: ho mai guardato il mio vicino di poltrona, nel cinema? Se la risposta è no, il film è buono, come in questo caso: e altro non bisogna chiedergli. Tra l’altro, non bisogna chiedergli come accidenti fanno le batterie della telecamera attraverso cui è raccontata la storia a durare così tanto. E se avete letto che viene il mal di mare, per via della scena vista sempre attraverso la suddetta telecamera sballottata tutto il tempo, beh, state tranquilli: non si vomita, è solo promozione per il film. Quanto a portarci i bambini, il mio consiglio è questo: bambini sensibili no, piccoli teppisti sì.

Gazzetta dello Sport

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro