Breve nota dovuta: tre settimane fa questa rubrica ha sottolineato come i dubbi del presidente francese Sarkozy sulla sua partecipazione alla cerimonia inaugurale alle olimpiadi fossero stati forzati dalla stampa italiana. Nei giorni successivi però le cose intorno alle olimpiadi si sono complicate e ora quel boicotaggio è meno improbabile.
Sulla stessa questione, due giorni fa i media internazionali sono incappati in un equivoco assai più clamoroso, segnalando come il primo boicottaggio pesante la notizia che il primo ministro britannico Gordon Brown non parteciperà alla cerimonia inaugurale. Ma la sua presenza non era mai stata in programma. All’inaugurazione era previsto l’intervento di un suo ministro e di alcuni membri della famiglia reale: Brown presenzierà alla cerimonia di chiusura. La poca chiarezza di Brown e del suo staff sono state molto criticate dalla stampa inglese, ma di certo il suo non è un boicottaggio di protesta.
Nei giorni scorsi Repubblica ha ospitato un’inchiesta allarmista sul fatto che gli italiani comprerebbero meno vestiti e scarpe. A parte il fatto che questa potrebbe essere anche una buona notizia, la ricerca arrivava da Confesercenti, non una fonte imparziale. E in più, il dato riportato era questo: “Il 36% degli italiani ha ridotto la propria spesa per abiti e scarpe. Un terzo invece ha mantenuto la spesa invariata e il 20% lo ha aumentato. Per cui la notizia poteva essere anche che un italiano su cinque spende più di prima in vestiti e scarpe (e poi dov’è finito l’altro 11%?).
Ancora Repubblica, l’altroieri ha sottolineato come un’anomalia il fatto che il settimanale Time avesse pubblicato due diverse copertine in Europa e Stati Uniti e che nella prima non comparisse papa Ratzinger come nella seconda (Ratzinger visiterà persto gli USA). Ma senza spiegare ai lettori che Time pubblica ogni settimana – con rare eccezioni – copertine diverse nelle sue diverse edizioni continentali.
Gazzetta dello Sport
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