I ragionamenti e le riflessioni del titolare di questo blog si basano su pochissime certezze e quasi nessun pensiero fondamentale, col risultato di essere a volte in contraddizione con se stessi, o molto poco definitivi: la mia risposta più frequente è “va’ a sapere”. Proprio per questo, il più frequente cardine delle mie analisi è un cardine scardinato, che di solito riassumo nella celebre questione della farfalla e del tifone eccetera. Ho in grande sospetto, cioè, ogni tesi e ogni conclusione che mettano in relazione netta e inequivoca cause ed effetti e che tendano a spiegare gli eventi come inevitabilmente scaturiti da percorsi chiari. E ugualmente, che ritengano che percorsi noti non possano che portare a risultati noti.
Penso insomma che mille variabili – intenzionali o incidentali – intervengano in maniera imprevedibile e ogni volta nuova sul corso delle cose, e che spesso non sia neanche possibile ricostruirne l’incidenza a cose fatte. Penso che si vinca una finale di basket per un punto e un millimetro e che sia bastato un soffio perché i campioni del mondo non fossero gli altri: e chissà da dove è venuto quel soffio (proprio per questa ragione trovo assurde le pretese di oggi di spiegare con assoluta certezza le ragioni del risultato elettorale: col senno di poi, tutti hanno sempre delle gran risposte).
Vabbè, l’ho fatta lunga: ieri è morto quello che per primo aveva teorizzato scientificamente tutto questo
Associated Press (via MSNBC)