Money makes the world go round

Io non ho una posizione esatta sulla pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi. Le cose che so sono due: che mi sono divertito a leggere gli elenchi pubblicati dalla Stampa (e a lambiccarmi – come tutti – su alcuni casi e confronti); e che non amo né i fanatismi recenti sulla privacy, né i moralismi sui soldi in un senso o nell’altro, che pretendono ci si debba vergognare di ciò che si guadagna, o che i soldi siano cose private e personali più della propria data di nascita.

Vorrei che gli scandalizzati della pubblicazione dei redditi – pubblici – si indignassero altrettanto quando si pubblicano le intercettazioni telefoniche – private – con violazioni assai più palesi e indiscutibili.

Detto questo, benché in generale non capisca che problema ci sia ad avere su internet un dato che è già pubblico e che non ha niente di disonesto o intimo (i soldi? I soldi sono una cosa che vi è così “intima”? Ma che tipi siete?), non ne vedo neanche la necessità. Se proprio tanti ne sono così irritati, li si accontenti, e non lo si faccia più: per gentilezza

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