Io mi immagino la scena così: siamo nella redazione spettacoli del Corriere e si è deciso di aprire con un pezzo sui costi della musica in tempi di crisi. E va bene, ci può stare. Ma la pagina ha bisogno di un box accessorio, qualcosa che la “muova”. Che si fa? C’è questa cosa delle canzoni tristi, dice qualcuno. Ma è vecchia, risponde qualcun altro: è una lista di Rolling Stone di anni fa con in testa una canzone dei Verve. L’ha appena citata pure Vanity Fair per via di un film, che vuoi dirne ancora? Beh, che la gente sente canzoni tristi perché c’è crisi, esclama il caporedattore. Eh? Maddai… non è che c’entri molto: e poi la gente sente un sacco di musica allegra. C’entra, c’entra: vedi se trovi qualcosa.
Insomma, è venuto fuori questo, arricchito da chicche come “la snobbissima rivista musicale inglese Q” (Q è un mensile musicale molto venduto e popolare, da qualche anno ancora più vicino ai gusti mainstream di un tempo) e la notizia completamente fuori contesto della nuova paternità di Peter Gabriel: altre ne potete trovare da soli.
p.s. nel frattempo, il tormentone “canzoni tristi” rinasce dalle sue ceneri per mano di Gianluca Ceneri