Sempre durante l’infinito riordino degli hard disk, ho trovato questo, che scrissi per il numero di settembre 2004 di Donna, ma poi – se mi ricordo bene – mi sembrò troppo fatti miei e lo rimpiazzai con qualcos’altro. Qui però può stare.
Ho in certe scatole in soffitta, alcune centinaia di trentatré giri, quarantacinque giri, EP (quei disconi grandi come i trentatré ma in cui stava una canzone sola, nati per i deejay), picture discs. Non ho posto in casa, vorrei averli vicini, vorrei passare i pomeriggi a guardarli, vorrei tenerli sotto il cuscino mentre dormo, ma non ho posto in casa dove metterli. Capiterà anche a voi, se non siete molto giovani. Ogni tanto salgo in soffitta, ne tiro fuori uno, lo guardo, e lo rimetto dentro. Ieri ho tirato fuori “DeGregori”, quello dove c’era Generale, dove c’era Renoir (“gli aerei stanno al cielo…”) e soprattutto dove c’era Raggio di sole. Dietro, di sbieco, c’è scritto “A Luca e Nicola, alberi maestri. Francesco”, in una calligrafia grande e rotonda.
Nicola è mio fratello, e quando eravamo bambini nostro padre aveva occasionali e amichevoli rapporti con De Gregori, con cui credo condividesse alcuni pensieri e speranze. Dico credo perché so solo che gli capitava di vedersi, so di questa e altre dediche, e so che una volta da ragazzo sgattaiolai in un backstage di concerto e mi presentai, e lui fu affettuoso, mi carezzò la testa e mi disse di salutare papà.
Poi dev’essere successo qualcosa, o forse niente, ma so che non capitò più di ricevere i dischi, mio padre non abitò più a Roma, probabilmente si persero banalmente di vista. E a un certo punto lui scaricò le sue pistole in aria e disse in giro delle cose sgradevoli e stupide su mio padre, ne lessi su qualche giornale.
Ma questo non importa: i buoni ricordi restino buoni ricordi, e le canzoni restano buone canzoni. Non bisogna essere altrettanto stupidi e sgradevoli, sforzandosi. La cosa che volevo scrivere non riguarda me, né mio padre, né mio fratello. È che De Gregori è stato un grandissimo cantautore italiano: col tempo ha fatto meno cose belle di prima, ma ne ha fatte ancora. E poi, ha deciso di smettere dove quasi tutti al posto suo avrebbero battuto con risultati deludenti il ferro della fama meritata. Non fa dischi nuovi da un sacco di tempo, e si fa i fatti suoi. Ce ne fossero.
p.s. avevo fatto confusione, la dedica su De Gregori era un’altra, e questa è su Alice non lo sa.