“A Pretty Girl Milking Her Cow” e “Million Dollar Baby”

A Pretty Girl Milking Her Cow (Cailin Deas ag Crúite na mBo — titolo gaelico) è una ballata tradizionale irlandese del XVIII secolo attribuita a Tommaso Moro (1770-1852). Originariamente in gaelico, la canzone fu molto popolare all’inizio del Ventesimo secolo, ed ebbe un revival quando una versione swing aggiornata cantata da Judy Garland (che era di origini irlandesi) fu usata nel film del 1940 “Little Nellie Kelly”. Alla melodia e al testo originaie furono aggiunti dei versi di Roger Edens, e l’aria tradizionale iniziale si convertiva in una versione up-tempo tipica del periodo.

Million Dollar Baby (letteralmente “la ragazza da un milione di dollari”) è un film statunitense del 2004 diretto e interpretato da Clint Eastwood.
Dedicato al mondo della boxe e tratto dai racconti della raccolta Rope Burns di F.X. Toole, il film vede protagonisti lo stesso Eastwood, Hilary Swank e Morgan Freeman.
Aggiudicandosi quattro dei premi principali (“miglior film”, “miglior regia”, “miglior attrice protagonista” a Hilary Swank e “miglior attore non protagonista” a Morgan Freeman), il film è stato il protagonista dei premi Oscar 2005.
Frankie Dunn (Clint Eastwood) ha passato tutta la vita sul ring, prima come pugile e poi come allenatore e manager. (…)Dopo qualche giorno Frankie cede. Si introduce in ospedale di notte, entra nella sua camera e le rivela il significato della parola Mo Chúisle, ovvero «”mio sangue”, o “mio tesoro”»

Non sapevo niente della storia della canzone di Judy Garland, ma quando – sempre in “Michael Collins” – il cantante attacca a cantare “Macushla, macushla…” alla festa da ballo, mi ha improvvisamente ricordato qualcosa. Così ho cercato in rete, ho trovato il termine “macushla” nel testo di “Pretty girl milking her cow”, e la storia di Judy Garland mi ha dato una traccia ingannevole. Perché poi ho trovato anche il video di YouTube del concerto di Rufus Wainwright – grande cantante newyorkese con passioni barocche e repertorio assai gay – e mi sono ricordato della sua passione per Judy Garland: ha fatto anche uno spettacolo dedicato solo alle canzoni di lei. E a Milano, quando cantò al Conservatorio qualche mese fa, Wainwright si presentò in un’improbabile mise tirolese e fece “Macushla” con grande enfasi lirica. Solo che questa “Macushla” è un’altra canzone irlandese, del 1910: e non c’entra niente con quella attribuita a Tommaso Moro e ricantata da Judy Garland, che usa la parola solo una volta. Ma Wainwright è l’anello di congiunzione tra le due.
“Macushla” si usa per “darling”, caro, adorato, ma viene da un’espressione che sta per “battito del mio cuore”. Una diversa scrittura del termine (contestata allora dai linguisti) stava sull’accappatoio di Hillary Swank in “Million dollar baby”: era il nomignolo affettuoso che le aveva dato il suo coach Clint Eastwood.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro