Abercrombie & Fitch è un marchio americano e una compagnia che vende abbigliamento per giovani. I prodotti mostrano il logo dell’alce e si comprano solo nei negozi A&F – negli Stati Uniti, in Canada e a Londra – o sul sito web. Fondata nel 1892 da David T. Abercrombie, A&F era una società di articoli sportivi e da escursione. Ebbe difficoltà finanziarie alla fine degli anni Sessanta fino a che non venne acquistata da The Limited nel 1988 e riposizionata, sotto il management di Michael S. Jeffrey (tuttora presidente e amministratore delegato), come marchio di “casual luxury”.
L’anno scorso Carlo Rossella dedicò una pagina sulla Stampa al suo spaesamento all’interno del negozio di Abercrombie & Fitch sulla Quinta Strada a New York. Ai suoi tempi era tutta un’altra cosa, ora vedeva solo un’invasione di italiani da film dei Vanzina (uuuh, e Cortina non è più la stessa, cani e porci, signora mia). Il fatto è che per qualche misterioso percorso modaiolo provinciale, Abercrombie & Fitch è diventato in effetti la passione esibita di tutto un mondo di italiani milanesizzati (ignari – alcuni no -dell’immagine gay che da anni accompagna le campagne pubblicitarie e il brand in generale), che per entrarci fanno la fila: letteralmente, che gira intorno all’angolo dell’isolato e ultimamente è ricca anche di spagnoli. I meglio informati si spingono invece downtown, nel negozio meno conosciuto di Water Street. Ma nei mesi scorsi, sui siti di fanatici di queste cose (esistono, già) – e veniamo all’attualità della questione – si è parlato molto dell’apertura di un negozio a Milano (qualche negozio, in giro per l’Italia, vende già cose A&F compratesi autonomamente dagli Stati Uniti). E allora passeremo alla normalizzazione, come già è avvenuto per Brooks Brothers, e gli italiani a New York troveranno altri negozi dove fare la fila.