Dell’editoriale del Direttore sulla prima pagina del Foglio di oggi mi sembrano soprattutto notevoli l’opinione su come quel che è successo ieri influenzerà la campagna elettorale americana – opinione sonantemente opposta a quella di Joseph Stiglitz, per esempio – e l’incapacità di trattenere un certo divertito imbarazzo per la scelta del candidato vicepresidente repubblicano:
una certa identità americana, pro mercato e all’occorrenza fieramente populista, può riaffermare i suoi diritti e spingere il vento nelle vele un po’ afflosciate del vecchio McCain e del suo sorridente e un tanto surreale emblema di guerra o guerriglia culturale di nome Sarah Palin. Bisogna anche vedere se l’eroico vecchietto e la sua ardente e fresca (molto fresca) compagna decideranno di cavalcare la marea e di moltiplicare gli effetti dello schiaffo contro lo stato padrone in quello che per molti aspetti è ancora il paese di Ronald Reagan