Casabianca (meno cinque)

Stanotte è andata in onda quasi a reti unificate la mamma di tutti gli spot elettorali: ben mezz’ora di Obama, una specie di film. Le tv hanno detto al suo staff che gli sarebbe costato un botto di soldi. Loro hanno risposto non è un problema: li abbiamo. E non fossero bastati i soldi, hanno avuto anche fortuna. La pioggia di questi giorni ha fatto slittare la finale del baseball, che quindi è andata a finire proprio la sera dello spot: anzi, il suo orario è stato ritardato di un quarto d’ora per via dello spottone. McCain ha protestato e dichiarato che se diventa presidente lui, nessuno rimanderà una finale del baseball.
Un altro video è invece sparito, e i repubblicani si stanno seccando. Erano le immagini del senatore Barack Obama che nel 2003 parlava della sua amicizia con Rashid Khalidi, un importante leader politico palestinese. Il Los Angeles Times lo aveva citato in un articolo di qualche mese fa, e ora la campagna McCain pretende che quel video venga reso pubblico per mettere in difficoltà l’immagine di Obama, renderlo inviso ai simpatizzanti di Israele e tornare ad associarlo con l’Islam. Il Los Angeles Times ha risposto di aver dato ogni informazione necessaria sul contenuto del video (ma un conto sono i lettori del quotidiano, e un altro gli spettatori di un video che i repubblicani diffonderebbero ovunque), e di aver promesso alla sua fonte che il video non sarebbe stato reso pubblico: “Il Los Angeles Times mantiene le promesse fatte alle sue fonti” (la frase forse alludeva maliziosamente al caso Miller-Rove di tre anni fa, quando un giornalista di Time fece i nomi delle sue fonti per timore di essere arrestato).
Intanto, anche ieri, altri sondaggi. Adesso danno Obama a rischio di vincere anche a casa di McCain, in Arizona. Facciamo che ne parliamo martedì notte.

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