“Le posizioni del Partito democratico su temi di grande importanza, come l’uguaglianza dei diritti e la lotta ad ogni fenomeno discriminatorio come l’omofobia sono chiarissime. A sancirle e’ la nostra carta dei valori e io stesso ho avuto recentemente occasione di ribadirle intervenendo al Circo Massimo davanti ad un mare di persone. E’ chiaro, quindi, che singole voci che assumono posizioni diverse da queste non rappresentano l’opinione del partito ma esprimono un parere personale. Un parere, nel caso della recente intervista di Paola Binetti, sbagliato. Ma al tempo stesso credo che in un grande partito come il nostro non possano esistere “reati d’opinione” o processi per idee che vengono espresse. Mi stupisce che su queste dichiarazioni si sia creato una cosi’ grande polemica quando era chiara la natura personale delle opinioni espresse e la posizione complessiva del partito”. Lo afferma Walter Veltroni, segretario del Partito democratico.
Veltroni non capisce, o fa finta di, che il problema non era ovviamente il sospetto che lui o il Partito Democratico condividessero i deliri di Paola Binetti. Ma esattamente l’opposto: ovvero che il partito ospita e ha tra i suoi esponenti una persona che dice sistematicamente cose intollerabili e indigeribili per il PD. E a questo si reagisce prendendo qualche tipo di decisione o di posizione. Non prendendola, come fa lui, e sancendo che liberi tutti, si sancisce che nel Partito Democratico si può sostenere pubblcamente qualunque posizione e qualunque fesseria. Veltroni ha detto, insomma, che non è più un problema che ogni esponente del PD dica cose diverse da quelle che dice lui, che dice lo statuto del PD, che decidono i suoi organi. Se ne ricordi, della propria zappa, la prossima volta che si lamenta delle correnti, delle troppe dichiarazioni personali, del farsi male da soli. Liberi tutti.
update: una posizione da prendere, per esempio la suggerisce Pippo Civati
Binetti dice cose che nel Pd non si possono tollerare. Se fossi segretario del Pd, direi così.