Worst case scenario

(questo articolo era per l’Unità di oggi, per scherzo e per prepararsi al peggio: poi abbiamo deciso di consegnarci all’ottimismo, e abbiamo lasciato perdere)

Ok, ha vinto McCain. Obama ha perso. Ma non buttatevi giù. Questo articolo è stato scritto a seggi ancora aperti e risultati ignoti per aiutarvi ad attutire la tranvata nel peggiore dei casi. Abituarsi all’idea. Obama ha perso. La cosa peggiore, delle sconfitte, è quando arrivano a tradimento, quando non te le aspetti. Un conto è perdere le scorse elezioni di aprile: è stato abbastanza brutto, ma in cuor nostro lo sapevamo. Un conto diverso è quando ti gasano per settimane a suon di sondaggi ed esaltazione generale, e poi bàm. Quindi, prima cosa, fingere che lo sapevamo. Dire che lo sapevamo. Non mi sono mai fidato dei sondaggi. L’America è un paese tradizionalista. E poi lui è nero. L’America è un paese razzista. L’effetto Bradley. Insomma, sciorinare tutto il repertorio e ostentare un disincantato cinismo. Non ci abbiamo mai creduto davvero. E diciamocelo, cosa sarebbe cambiato, in fondo? Il modello di riferimento unico di questa giornata sia la volpe e l’uva.
E poi cercare i lati positivi. Intanto Bush non sarà più il presidente degli Stati Uniti. E McCain è un uomo indipendente, capace di giudizio proprio e che si è spesso sganciato dalle decisioni del suo partito. Quattro anni fa John Kerry aveva pensato di candidarlo come suo vicepresidente, figuratevi. E tutta la storia del prigioniero di guerra, insomma: si può essere pacifisti quanto si vuole, ma è stato bravo e ne ha passate di tremende. C’è quel bellissimo reportage di David Foster Wallace sulla campagna delle primarie del 1999, che oggi possiamo rileggere (sta in Considera l’aragosta, Einaudi) e renderci conto che questo è un uomo notevole. Citarne dei passaggi, stasera a cena, può allentare quella lugubre tensione.
È un uomo anziano. Lo so cosa temete, ma ha resistito a tutto, non ci farà degli scherzi proprio ora che il rincalzo è Sarah Palin. Le scorse settimane è andato in giro per show televisivi ed è stato simpatico e spiritoso. In forma smagliante. Obama, poi, diciamocelo: era un po’ troppo bigotto. Dio di qua, e Dio di là.
Lo so cosa pensate: però mai una soddisfazione, mai una gioia. Beh, abbiamo vinto i mondiali, due anni fa. Vi ricordate? E poi quel che conta è la salute.
E pensate al centrodestra italiano che era appena salito sul carro del vincitore, e il vincitore ha perso.
E un buon bagno di realismo ci  fa anche bene. Oddio, siamo a mollo da decenni, certo. Ma il prevalere della democrazia sui sondaggi dovrebbe essere una buona cosa, no? Se McCain ha vinto, se lo è meritato.
Ecco, dai. Vediamo il lato positivo. Poteva andare peggio. Poteva piovere.

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Un commento su “Worst case scenario

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