Il Köln Concert è un disco pubblicato dal famoso pianista jazz Keith Jarrett per l’etichetta ECM. Jarrett improvvisò l’esecuzione al Teatro dell’Opera di Colonia nel 1975. L’album è uno dei maggiori bestseller jazz di tutti I tempi, e il più venduto tra I dischi jazz solisti. La registrazione è divisa in tre parti, che durano 26, 34 e 7 minuti.
Era il 24 gennaio 1975, per l’esattezza, e ha venduto tre milioni e mezzo di copie fino a oggi. Lo ha ricordato il Wall Street Journal dedicando alla storia del Köln Concert un pezzo nella pagina degli editoriali e dei commenti, l’altroieri. Quella tournée europea era nata per il desiderio di Keith Jarrett di tornare a passare del tempo con un pianoforte dopo che Miles Davis lo aveva costretto al piano elettrico nel corso della loro collaborazione. La leggenda vuole – come in altre epiche simili – che quel disco sia nato per una serie di accidenti e casi. Jarrett aveva dormito male, era tentato di annullare, il suo pianoforte non arrivò, la registrazione fu eseguita da un tecnico di sua iniziativa.
Confesso di non essermi mai accorto prima di leggere questo articolo, delle risa che si sentono subito dopo le prime note. E che quindi non sapevo che quelle risa si debbono al fatto che le indimenticabili note di attacco del concerto non sono altro che la melodia usata dal Teatro di Colonia per chiamare il pubblico in sala al momento della ripresa o dell’avvio del concerto. Jarrett pensò di iniziare così ironicamente il suo flusso di coscienza di quella sera. E Corinna Da Fonseca-Willheim ha ragione a dire che la seconda parte dell’improvvisazione costruisce una tensione ansiogena quasi fastidiosa, prima di consegnare all’ascoltatore il nuovo meraviglioso e liberatorio passaggio melodico. Tutte le volte che gli hanno chiesto di Colonia, Jarrett ha sempre detto che è stata la cosa di una sera: un’improvvisazione è un’improvvisazione.