Per Enzo, tra l’altro

whitehouseTre anni fa il Guardian, uno dei migliori quotidiani del mondo, decise di eliminare la striscia quotidiana di Doonesbury: “per ragioni di spazio”. La striscia disegnata da Garry Trudeau parla molto degli Stati Uniti, e le cose che racconta sono familiari soprattutto agli americani. Ma il giornale londinese fu lo stesso sommerso dalle proteste dei lettori, e la striscia fu reintrodotta. In Italia è sempre apparsa su Linus, ma mai su un quotidiano: da due settimane i lettori dell’Unità si sono aggiunti ai milioni che trovano Doonesbury ogni mattina sul loro quotidiano.
Doonesbury ha quasi quarant’anni: un libro non basterebbe per raccontare tutto quello che le è successo in questo tempo. Mettiamo insieme quindi un po’ di informazioni per i suoi nuovi lettori.
Garry Trudeau ha sessant’anni e vive a New York. È stato il primo cartoonist a vincere un premio Pulitzer, nel 1975, ed è stato finalista altre tre volte. Negli Stati Uniti è considerato una via di mezzo tra un romanziere e il più importante opinionista della nazione. Si racconta sempre di una battuta di Henry Kissinger:
“C’è solo una cosa peggiore di essere presi in giro su Doonesbury: non essere presi in giro su Doonesbury”. O di una di Gerald Ford: “Per tenersi informati su quel che succede a Washington ci sono i giornali, la tivù, e Doonesbury. E non necessariamente in quest’ordine”. Lo storico traduttore di Doonesbury per l’Italia era Enzo Baldoni, il generoso pubblicitario milanese ucciso in iraq nel 2004 (Trudeau gli dedicò allora una striscia). In America Doonesbury è un’istituzione. Fuori dall’America è un modo divertente e di straordinaria efficacia per capire le cose che succedono laggiù. Nessun fumetto ha mai saputo mettere insieme così a lungo la capacità di far affezionare i lettori ai suoi personaggi e quella di leggere acutamente le vicende sociali e politiche di un paese.
E di cosa parla, quindi, Doonesbury? Il titolo deriva dal cognome di un compagno di università di Trudeau ed è il cognome del primo protagonista della storia, Mike Doonesbury. Ma negli anni i personaggi si sono moltiplicati, e Mike oggi appare saltuariamente. Il tratto rivoluzionario della striscia è la costante evoluzione cronologica delle vicende: i protagonisti invecchiano, muoiono, nuove generazioni appaiono, e le loro storie si svolgono sullo sfondo di Americhe sempre aggiornate. Dentro Doonesbury sono passati il femminismo, il Vietnam, tutti i presidenti dal 1970 a oggi, il Watergate, l’11 settembre, l’Iraq. E anche l’AIDS, la lotta al fumo, Monica Lewinski, la crisi del giornalismo e l’avvento dei blog. Le storie che si alternano sono ormai moltissime, con i personaggi che si incrociano dall’una all’altra come in una soap-opera. I lettori dell’Unità ne hanno già conosciute diverse. Il trafficone-lobbysta senza scrupoli Duke e suo figlio Earl in cerca di un reinvestimento di sé dopo l’elezione di Obama e la crisi economica; Alex, la giovane figlia di Mike Doonesbury e JJ Caucus, che fa una ricerca universitaria sulla deputata Lacey Davenport, di cui sua nonna Joanie fu a lungo la principale collaboratrice. Ma a capire tutti i rapporti vorrete arrivarci da soli più avanti, man mano che I personaggi vi diventeranno familiari: Joanie fu uno dei personaggi principali dei primi tempi, femminista per brutta esperienza coniugale, trapiantata nella comune universitaria di Walden, nido di gran parte delle storie. Che adesso sono sull’Unità, a colori, tutti I giorni.

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