Sofri, quello più anziano di tutti, sulla preghiera musulmana a Bologna in piazza Maggiore (e siccome lo conosco bene, escluderei che abbia detto acqua invece che benzina):
«Inopportuna, inopportunamente provocatoria e programmata». E´ di sinistra da tutta la vita, ex docente di storia delle culture afroasiatiche, ed iscritto al Pd della primissima ora, ma il presidente del consiglio comunale Gianni Sofri, definisce così la preghiera pubblica degli islamici in piazza Maggiore. Con parole di poco diverse da quelle usate dal vescovo vicario Ernesto Vecchi, che aveva parlato «sfida all´identità cristiana». E di molto lontane da quelle del sindaco Sergio Cofferati, che aveva invece ammonito tutti a evitare «strumentalizzazioni da guerra di religione». «Non voglio gettare acqua sul fuoco» premette Sofri, ma «per quanto siamo contrari allo scontro tra civiltà, non possiamo far finta di non vedere che esistono gruppi musulmani che la guerra di religione la stanno già facendo. E non possiamo non difenderci». Come? «Regolamentando i rapporti. Non certo chiudendo le moschee, ma aprendone di nuove».
La Curia ha lanciato un allarme sulla preghiera pubblica dei musulmani in Piazza Maggiore. Lei cosa ne pensa?
«Io sono d´accordo con chi ritiene che quella preghiera pubblica sia stata inopportuna e forse anche inopportunamente provocatoria. Penso anche sia stata una manifestazione non occasionale, ma programmata. Altrimenti non si spiegherebbe perché la stessa immagine di islamici in preghiera è stata vista non solo a Bologna, ma anche a Milano e in altre città, e persino a Parigi».
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