Il Mereghittgenstein

milkpenn

Ho visto Valzer con Bashir. E sono consapevole di fare la parte di quello che va contromano in autostrada, ma mi sono annoiato. Sono il primo ad apprezzare un lavoro come quello, l’idea di un documentario di animazione e l’intenzione di parlare di una storia come Sabra e Chatila (a differenza del protagonista, io me lo ricordo dov’ero, quel giorno: a una Festa de l’Unità, che fu percorsa da grandi agitazioni). Ma con qualche presunzione credo che queste due originali invenzioni da sole orientino molti giudizi favorevoli che ho letto. O forse è meglio che mi limiti a parlare per me: che non ho amato il tipo di disegno, ho trovato spesso povero e retorico lo sviluppo del racconto (le analisi psicologiche banalissime e infantili), e ho fatto fatica ad arrivare in fondo (di nuovo: lo dico con grande rispetto per l’idea e lo sforzo). E poi c’è una cosa, che ho visto poco discussa. L’ho trovato molto autoassolutorio rispetto alle responsabilità degli israeliani in quell’occasione: la figura del narratore e i modi del racconto finiscono per lasciare agli spettatori l’impressione che sia stato un crimine orrendo compiuto dai cattivi quasi anonimi, con gli israeliani che sembravano non rendersene quasi conto in uno stordimento generale e anzi addirittura intervenivano per interromperlo, a un certo punto. Non so.

The wrestler, quello con Mickey Rourke ritrovato, è veramente molto bello. È anche tristissimo, ma lui è formidabile (anche se personaggi estremi e dolorosi sembrano sempre costruiti per l’Oscar) e il modo di raccontarlo è commovente. Molto bello.

Gran Torino, l’ultimo film di Clint Eastwood, è una favola sul melting pot e sulle chances di cavarsela di un mondo spacciato. Tenuto insieme dal personaggio di Clint Eastwood, che fa Clint Eastwood alla grande. Settantotto anni e ancora capace di fare il duro credibilmente. Una specie di vecchio Callaghan. Bello.

E poi ho visto Milk, e alla fine ho applaudito anch’io. Perché è uno di quei filmoni americani di battaglia contro il potere fascista, e i diritti degli omosessuali sono uno degli ultimi campi di applicazione di questi racconti. Ed è appassionante, Sean Penn è bravissimo, e dovrebbero proiettarlo nelle scuole e in prima serata su RaiUno: altro che Luxuria all’Isola dei Famosi.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro