May you never lay your head down without a hand to hold

È morto John Martyn, dannazione.

(stamattina, su Radio Wittgenstein, ci si consola)

John Martyn su Playlist:

Head and heart (Bless the weather,1971)
Più che la richiesta di essere amato “con la testa e con il cuore”, abbastanza facile e consueta, il timore rivelatore è nascosto in “ho paura di sembrare grande e sentirmi piccolo”. Ne fecero una cover gli America.
Bless the weather (Bless the weather,1971) “Benedetto il tempo che ti ha portato da me, sia dannata la tempesta che ti portasse via”
May you never (Solid air,1973) “May you never lay your head down without a hand to hold” Era uscita come singolo, inosservato, nel 1971. Invece è una delle sue cose più belle di sempre, anche nella cover di Eric Clapton, e dopo se ne accorsero.
Don’t wanna know (Solid air,1973) “I don’t want to know about evil, only want to know about love” Potrebbe andare avanti per giorni. In Solid air, che è considerato il capolavoro di Martyn, suonarono di fatto i Fairport Convention.
Solid air (Solid air,1973) Parla di Nick Drake, amico e complice, che si sarebbe ucciso un anno dopo, depresso dallo scarso successo: “don’t know what is going on inside your mind”. Una volta gli chiesero di raccontarlo, Drake, e lui rispose: «Non voglio parlare di Nick. Questa santificazione arriva troppo tardi. Ne avessero parlato di più allora, lui sarebbe ancora qui».
Grace and danger (Grace and danger, 1980) Tutto il disco fu registrato mentre andava in pezzi il suo matrimonio con Beverley Kutner, cantante anche lei, con cui Martyn aveva pubblicato due dei suoi primi dischi: ai guai coniugali aveva contribuito decisamente la vita bohémienne alcool-droga-donne in cui si era buttato con i primi successi. La batteria la suona Phil Collins, che produsse questo disco e il successivo.
Never let me go (Well kept secret,1982) L’aveva scritta Joe Scott, trombettista jazz, per Johnny Ace (quello della canzone di Paul Simon “The late great Johnny Ace”) nel 1954. In questa versione, si capisce che Martyn e Van Morrison avevano delle direzioni comuni.
Sunshine’s better (And,1996) Quelli che avevano seguito le sperimentazioni musicali di John Martyn nei decenni precedenti non si meravigliarono del suo saper stare al passo con le cose più moderne e rivoluzionarie del nuovo millennio, dalla cover di “Glory box” dei Portishead alla collaborazione con Sister Bliss dei Faithless, allo splendido remix di “Sunshine’s better” (che ebbe un gran successo nelle compilations Cafè del Mar, Buddha Bar eccetera) affidato al deejay e musicista inglese di origine indiana Talvin Singh.

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