C’è chi lo fa, per tutti quelli che ne parlano e non sanno di cosa parlano.
Dal blog di Zoro:
Detto ciò, quando ormai la depressione s’era impossessata di me e di tutte le telecamere che minuto dopo minuto mi si andavano profeticamente rompendo, mi sono fermato a parlare con una ragazza.
Giovane, 25 anni, assessore di un paese della provincia di Milano, era lì in qualità di ospite. “Io lascio la politica”, mi ha detto ad un certo punto dopo aver retto per 20 minuti buoni la parte della militante fiera, organica e fiduciosa.
“Mi sono candidata a 19 anni, sono diventata assessore, ma non ho una vita mia. I miei amici fanno l’Erasmus, viaggiano, si divertono, io no. Guadagno 900 euro al mese, quello che prendevo da commessa, meno di quanto prende un segretario comunale. Che poi i segretari comunali restano, io passo. Mi vogliono pure candidare a fare il sindaco, ma non ci penso minimamente”. Ha detto più parlando a se stessa che altro.
“Un po’ di tempo fa ero a spillare birre alla festa dell’Unità. Sono passati dei miei amici, hanno guardato me e gli altri che lavoravano con me allo stand e ci hanno detto: ma a voi non piace divertirvi?”.
In quel momento, mentre le operazioni di voto per eleggere Franceschini segretario volgevano al termine, ho pensato che a me, quando facevo esattamente le stesse cose (spillare birre alle feste dell’Unità, non fare l’assessore), una frase del genere non l’ha mai detta nessuno. Il nostro divertimento allora era palese, in tempo reale a tratti invidiabile, anche se, col senno di poi, politicamente sterile.
Egoisticamente, che quel giovane potenziale sindaco donna di sinistra torni a divertirsi con gli amici lo ritengo un peccato.
Ma per com’è andata sabato è normale, e più giusto così.