Gianni Cuperlo sulle impronte digitali alla Camera:
Infine, oggi ho rilasciato le mie impronte digitali per la nuova tessera di voto alla Camera. Funziona così. Adesso prima di votare ciascuno dovrà poggiare il polpastrello (non un qualunque polpastrello ma solo ed elusivamente il suo) su una specie di lettore ottico che abiliterà la postazione al voto elettronico. E’ un sistema molto serio e collaudato. E dovrebbe cancellare per sempre il malcostume dei pianisti. La procedura potrebbe allungare i tempi e questo non aiuterà. Pare che se anche con questo sistema le cose non dovessero funzionare (i furbi ci sono sempre) si procederà al sistema della doppia verifica. Ogni postazione verrà dotata di due buchette per le mani e il voto sarà valido solo se espresso contemporaneamente in entrambe le cassette. Mi hanno detto che un deputato (ex ingegnere meccanico in una grande azienda del Nord) ha avanzato anche l’ipotesi del controllo quadri-articolare. La procedura pare complicata ma non lo è. Per ciascun voto si debbono pigiare i tasti (separati) delle due buchette inserite nella postazione ma, allo scopo di evitare che il deputato si muova dal suo posto e col mento voti per il vicino, il voto è valido solo quando il piede destro comprime un tasto situato alla base della postazione mentre il piede sinistro aziona una sorta di finta frizione realizzando il gesto tecnico che in anni lontani rispondeva al nome di “doppietta” e serviva a scalare la marcia della 500 Fiat. Solo, e sottolineo solo, come extrema ratio (e dunque in caso di fallimento di ogni altro sistema di controllo incrociato) si adotterà la soluzione “a scomparsa”. Quando il deputato dovesse tentare di contraffare il voto di un o una collega, automaticamente viene ad aprirsi una botola in corrispondenza del reo che precipita nelle segrete della Camera dove è costretto a rimanere per l’intera durata della seduta. Sperò non ce ne sia mai bisogno.