Uccidere il padre

Ho letto un libro fantastico che racconta un processo per omicidio tenutosi a Innsbruck nel 1929. E non si capisce cosa c’entri la foto qui accanto. E questa distanza rende ulteriormente affascinante la storia. Perché la foto qui accanto fu inventata e scattata da Philipp Halsmann, uno dei più grandi fotografi della storia di Life, autore di leggendarie foto di celebrities e non solo, tra gli anni Cinquanta e Settanta soprattutto. Halsmann era ebreo, lettone e arrivò negli Stati Uniti dalla Francia durante la guerra. E questa parte della sua vita, quella del successo mondiale come fotografo, suona già come la parte notevole della sua vita.
Invece Philipp Halsmann  a vent’anni era stato accusato di aver ucciso suo padre, precipitato in una scarpata durante una gita in montagna nelle alpi tirolesi. E aveva subito una serie di processi di risonanza internazionale, a cui si appassionarono i giornali e i lettori di tutto il mondo, e persone come Einstein, Freud e Thomas Mann. Se vi raccontassi i dettagli vi rovinerei la lettura: il libro racconta una storia giudiziaria tremenda e avvincente, un rapporto tra processi e opinione pubblica attuale in modo impressionante, e l’Austria dell’avvento del nazismo. Lo ha scritto Martin Pollack, che è un giornalista e scrittore studioso di Mitteleuropa e paesi slavi. Come va a finire, lo sapete: con questa foto.

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