Si va a misurarsi nel mondo, chi ne è capace

Sofri, quello anziano, qualche giorno fa sul Foglio.

Si sente dire, in questi giorni, che un parlamentare europeo non può fare niente, e che l’efficacia è interamente in mano ai capi di partito e ai grandi funzionari, dunque l’elezione sarebbe una pensione di lusso o una sinecura burocratica. E’ del tutto falso. Nessuna carica istituzionale dà altrettanta capacità di influenza personale, a chi voglia e sappia usarla. A chi conosca il mondo o abbia voglia di imparare a conoscerlo, e di impararne le lingue, e di affrontarne i problemi. Anche da sola o da solo, con l’autorevolezza che gli viene dalla carica, con le risorse materiali e le collaborazioni umane che gli vengono dalla macchina dell’Unione, un parlamentare europeo può fare moltissimo. Non mi fermerò ancora sull’esempio memorabile di Alexander Langer. Voglio dire, quanto all’oggi, che la conferma di questa eccezionale opportunità la danno da sempre i parlamentari europei radicali. La loro presentazione solitaria a queste elezioni garantisce pressoché certamente della loro esclusione, per la prima volta, dal Parlamento europeo. E’ una delle iperboliche porcherie di questa tornata elettorale, europea e amministrativa, nell’insieme del centrosinistra e in tutti i suoi pezzi, che non era mai arrivato a un così demenziale autolesionismo. L’ esperienza dell’ultimo governo Prodi sembrava aver segnato un traguardo senza ritorno nel delirio frazionista e parassitario di questo campo. Non bastava, evidentemente. Si beva pure fino alla feccia: ma non si proclami che tanto a Bruxelles si va a timbrare un cartellino. Si va a misurarsi col mondo, chi ne è capace. Chi ne è capace, sarà metodicamente escluso dalla possibilità di farlo, perché non abbia limiti la selezione alla rovescia che domina la vita pubblica contemporanea

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2 commenti su “Si va a misurarsi nel mondo, chi ne è capace

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