O elettori del nordovest e del nordest
Adesso ve la dico grossa, nel suo piccolo.
Io penso questo. Penso che l’eventuale elezione di Ivan Scalfarotto e di Debora Serracchiani al parlamento europeo non sia solo una buona cosa per il parlamento europeo, come ho già scritto.
Ma sono anche moderatamente convinto che la loro elezione sarebbe una piccola ma decisiva tappa in un progetto di cambiamento della sinistra italiana.
Bùm. Direte voi.
Direte che la sinistra italiana ormai non si cambia più. Oppure direte che non la cambieranno le vittorie di due candidati che peraltro con questo se ne andranno a Strasburgo, non a cambiare la sinistra italiana.
Potete avere ragione. Oppure posso avere ragione io, e molti altri con me, che pensano che la credibilità di quelo che Serracchiani e Scalfarotto vanno dicendo e facendo, e del progetto del PD (il nostro PD, non quello dirottato verso i disastri di questo anno), possa guadagnare molto da un loro successo elettorale. Passino o no, più voti prendono, più forza avrà l’idea di fare del PD una cosa nuova, capace di cambiare l’Italia e vincente. Altrimenti lo lasciamo nelle mani che lo hanno gestito finora: ognuno giudichi i risultati.
Non vi suoni ricattatorio. Massimo rispetto per ogni disincanto e voglia di occuparsi d’altro. Ma potete anche passare a dare una preferenza a chi si occupa del PD, e poi tornare a occuparvi d’altro. Non lo saprà nessuno.
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