Per darvi un’idea di quanto abbiano contato le preferenze di apparato – per preferenze di apparato intendo quelle attribuite sulla base di indicazione precisa del partito – e quanto poco quelle “normali”. A Genova, seicentomila abitanti, Balzani prende 26mila voti. A Milano, un milione e duecentomila abitanti, la persona con più voti, cioè Toia, ne prende 20mila. I liguri sono in assoluto i più disciplinati: la loro terna era Cofferati, Balzani, Bonanini, e questi hanno fatto il pieno di voti. In Piemonte la terna era Cofferati, Susta, Placido, e questi hanno fatto il pieno di voti. In Lombardia la terna era Cofferati, Panzeri, Toia, e questi hanno fatto il pieno di voti. Scalfarotto è andato bene dappertutto, ha preso voti anche nel paese più imbucato del collegio, tanto da avere alla fine più voti di Susta e Bonanini. Mancano ancora tutti i voti dall’estero, e anche lì dovremmo essere andati bene. Scalfarotto però non ha avuto un luogo in cui ha fatto il botto, e gli unici che hanno fatto il botto sono quelli che hanno avuto l’appoggio del partito, ossia il sostegno di una di quelle famose letterine. In generale, si conferma un utilizzo scarsissimo delle preferenze: ricordiamocelo quando ci sembra una grande emergenza richiesta dal paese.
(dal blog di Francesco Costa)