Crediamo che contesti nuovi chiedano scelte nuove, crediamo nell’assunzione di responsabilità di chi viene sconfitto, e nell’assunzione di responsabilità di chi vuole superare le sconfitte. Noi vogliamo superarle, vogliamo cambiare l’Italia in meglio, e governarla. Siamo, siete, siamo assieme l’alternativa alla spartizione tra vecchie correnti del più ambizioso progetto politico nella storia dell’Italia repubblicana. Sappiamo di essere in tanti, finora troppo trascurati e impotenti. Non andremo al congresso di questo partito per scegliere se consegnarlo a un leader della Margherita o a un leader dei DS. Ci andremo per darlo al leader del Partito Democratico e alle persone del Partito Democratico.
Queste erano le ultime parole della convocazione della riunione del Lingotto del prossimo 27 giugno. Cinque giorni dopo la loro diffusione, i giornali stanno certificando e appoggiando di fatto lo scenario descritto: un ex DS e un ex Margherita a contendersi la segreteria senza passare da nessuna discussione, e appoggiati – oplà – da D’Alema e Veltroni. Era già tutto previsto. Ragione di più per creare un’alternativa, “la terza via”.