L’aggiornamento della cronaca sulle candidature alla leadership del PD rispetto ai pensieri dei piombini lo faccio partire dal sondaggio dell’Espresso, che è un comodo schema.
– Dario Franceschini. Intorno alla sua candidatura si sono spostati due elementi, di poco. Debora Serracchiani ha formalizzato quel che lasciava capire da tempo, ovvero che starà con lui. Questa è una forza, ma si sta mostrando anche – complici i modi dell’annuncio – una grande delusione per moltissimi sostenitori di Serracchiani. Il rischio è che faccia perdere a lei più consensi di quanti ne farà guadagnare a Franceschini.
L’altro assestamento va in opposta direzione. Mi pare che i piombini siano sempre meno convinti degli argomenti generici e svogliati di Franceschini in favore di una condivisione di progetto. Al momento si sta allontanando dagli scenari davanti alla loro scelta.
– Pierluigi Bersani. Niente di nuovo: fuori dal mirino.
– Sergio Chiamparino ha dignitosamente detto che continuerà a fare il sindaco, anche se con misteriosa fretta rispetto al tempo che si era dato per decidere. Caso chiuso.
– Debora Serracchiani. Vedi sopra. Credo abbia fatto un grosso errore, glielo abbiamo detto in molti, speriamo per lei e per tutti che ci smentisca.
– Massimo D’Alema. Non è tra le alternative prese in considerazione, ma è vero che una sua eventuale candidatura darebbe chiarezza a tutto quanto. Vabbè.
– Pippo Civati. Se le primarie per il PD le facesse il sito dell’Espresso, la posizione di terza forza e onorevolmente sarebbe assicurata, e quello sarebbe l’obiettivo e il successo di una sua candidatura. Ma come già detto, la prima fase delle primarie ha dei meccanismi controllati e orientati da logiche complicate e che indeboliscono molto gli outsider. Quindi al momento la sua candidatura sta ricevendo grandi pressioni e insistenze, ma non ancora – ai miei occhi, eh – quelle necessarie a rafforzarla nelle votazioni di circoli e iscritti. Molti circoli territoriali stanno mettendo la loro indipendenza al servizio di una sua campagna, ma la stragrande maggioranza appare tuttora inespugnabile.
– Ignazio Marino. Lo danno per molto tentato di candidarsi. Oggi ha pubblicato sul Foglio una sorta di autobiografia promozionale, simile al discorso che era stato molto apprezzato al Lingotto. I piombini lo stimano molto, ma non vedono esattamente il suo progetto sul partito e le sue chances.
– Mario Adinolfi. Mi pare un esperto osservatore. La sua candidatura non l’ho capita, però.
– Nessuno di questi. Come si vede, fa sempre dei gran numeri, e anche i piombini lo prendono in considerazione, rispettando gli umori popolari.
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