Fatte le ovvie proporzioni (ho detto: fatte le ovvie proporzioni), la fascinazione di una generazione e la nostalgia di un’altra per una leadership del PD Dalemian-Bersaniana si devono allo stesso meccanismo che ha fatto tornare in auge i partiti comunisti nei Paesi dell’Est nello scorso decennio, quando le cose non sono state il paradiso di cui ci si era illusi, i riferimenti si perdevano e la crisi economica colpiva.
In tempi pessimi – quali sono questi – vanno forte il si-stava-meglio-quando-si-stava-peggio, il conservatorismo, l’oblìo dell’anacronismo e fallimento di certi metodi e sistemi, e la voglia dell’omino forte e delle regole solide e riconoscibili, persino se si sono contestate quelle regole fino a quando c’erano. Desiderio d’ordine, e capi autorevoli. Niente di male, dico sul serio: basta non nasconderselo.
p.s. vedo che qualcuno si è risentito: per quel che può valere, io pensavo di fare un’analisi di un meccanismo mentale comunissimo, non di dire niente di offensivo. Il titolo è un gioco di parole sull’evocata “nostalgia del futuro”, che mi pare invece distante da questo tipo di nostalgia, più propriamente del passato.
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