Però adesso mi dovete spiegare con quale faccia si chiederà di portare rispetto ai credenti e non usare espressioni indelicate, quando la CEI parla di “bieco illuminismo” (pensa tu: arriveremo a “siete dei brutti ragionevoli!”). Mi dovete spiegare cosa impedisca – se non ragioni stilistiche e di buona educazione che ognuno si impone per sua scelta – di parlare di “sciocche superstizioni e bigotti interessi clericali” o cose così a proposito dei cattolici. Mi dovete spiegare – non voi, si fa per dire – perché tutti noi illuministi non dovremmo pretendere le scuse di monsignor Coletti, come fanno sempre lui e i suoi colleghi.
Ve lo spiego io, perché: perché siamo illuministi, e monsignor Coletti non ci riguarda.
p.s. però fa ridere che la Chiesa di Roma mobiliti le sue filosofie per poter dare il voto in pagella ai bambini italiani.
update: leggo altrove che l’espressione usata è “nel più bieco e negativo risvolto dell’illuminismo”. Meno scema nella forma, poca differenza nei contenuti: l’intervento mostra il più meschino e prepotente risvolto della religione., si potrebbe dire. E dire che questo risvolto “prevede che la pace sociale sia garantita dalla cancellazione delle diversità e delle identità”, è veramente parlare a vanvera. Basti pensare che questa è una cosa che ha più a che fare con la religione che con l’illuminismo.
p.p.s. l’ho detto altre volte, ma a scanso di equivoci lo ripeto: io ritengo chiunque liberissimo di dire ciò che vuole, compresi la CEI e il Papa, su ogni cosa vogliano. Non mi sentirete mai parlare di “ingerenze”. Hanno tutto il diritto di ingerire, come ce l’ha ognuno di noi, e di fare i loro interessi. Il problema casomai è che si dia più ascolto alla CEI e al Papa che ad altri. Ma quello che qui volevo dire, ancora una volta, è che questo diritto ce lo ha chiunque, ed è intollerabile il tono vittimistico da perseguitati che certi bigotti o i loro servi politici assumono a ogni critica alla religione e ai suoi funzionamenti, con stracciamento di vesti e allarme da catacombe. Quelli che in Italia sopportano con pazienza da santi, sono gli atei.
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