Lo stato di ubriachezza da panico e perdita di privilegi e profitti sta colpendo parallelamente l’editoria mondiale e l’industria musicale. La prima gonfia il petto convinta che il mondo non possa vivere con meccanismi di informazione nuovi e diversi, o che non debba: e millanta ruoli che ha perso da tempo. La seconda vuole essere pagata per la sua esistenza stessa, per i suoi sospiri, e come se le cose non fossero cambiate: ora chiedono ad iTunes anche una percentuale sui film e prodotti video che contengono musica, e sui preascolti di trenta secondi.
Contromano in autostrada, e protestano pure
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